Il modello è St. Jude Medical Implantable Cardioverter Defibrillator (ICD) and Cardiac Resynchronization Therapy Defibrillator (CRT-D) device
Le cardiochirurgie italiane, allertate dalla 'St Jude Medical' su alcune tipologie di defibrillatori potenzialmente difettosi, dopo un allerta scattato lo scorso mese negli Usa dove erano state registrate due morti, hanno già richiamato o stanno richiamando i pazienti che impiantano uno dei defibrillatori 'sospetti' per sottoporli a un controllo straordinario per la verifica della batteria. Quasi 400.000 defibrillatori di questo tipo sono stati venduti in tutto il mondo.
Questo il modello in questione: St. Jude Medical Implantable Cardioverter Defibrillator (ICD) and Cardiac Resynchronization Therapy Defibrillator (CRT-D) device. Il difetto consiste nelle batterie del congegno che smettono improvvisamente di funzionare senza lanciare il previsto segnale di allerta tre mesi prima dell'esaurimento delle batterie. ''La situazione è sotto controllo'' e l'azienda Usa ha anche allertato il Ministero della Salute che ha già provveduto a inviare una nota informativa alle Direzioni sanitarie.
E' quanto spiegato da Michele Gulizia, Direttore U.O.C. Cardiologia ospedale Garibaldi-Nesima di Catania che aggiunge: ''si tratta di defibrillatori di produzione recente quindi ogni centro ospedaliero può richiamare in tempi ragionevolmente brevi i pazienti impiantati (i numeri non sono elevati, si va da meno di 10 a massimo 2-300 pazienti per centro); anche una struttura che avesse impiantato 300 pazienti li può richiamare tutti nel giro di pochi giorni''.
''C'è attenzione ma molta serenità - ribadisce l'esperto - nell'affrontare la questione in Italia; e comunque chi avesse un dispositivo della St Jude e volesse accertarsi che non si tratta di uno di quelli difettosi può con tutta tranquillità chiamare il centro dove è stato operato'', consiglia. Non c'è motivo di allarme insomma, anche perché i pazienti con defibrillatore sono dotati di un dispositivo radio che registra e manda informazioni in remoto alla cardiologia dove il paziente è in cura. Tale dispositivo tra tutte le verifiche periodiche che esegue, fa anche il controllo batteria. avvertendo tempestivamente i medici in caso di pila in esaurimento.
Rassicura anche Bruno Trimarco, Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di Cardiologia, Cardiochirurgia ed Emergenze cardiovascolari dell'AOU Federico II di Napoli: tutti i pazienti con un defibrillatore sono sottoposti a controlli periodici e comunque anche laddove vi fosse l'impianto di uno di questi defibrillatori si deciderà caso per caso come gestire il singolo paziente; in caso di soggetti il cui cuore è totalmente dipendente dall'apparecchio si potrebbe anche decidere di sostituirlo.
fonte: ansa
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